Glossario


Perchè un glossario?

Il glossario proposto raccoglie alcune parole/espressioni comunemente usate con riferimento alle politiche di parità e pari opportunità.

Uno strumento atto a diffondere l’utilizzo di un linguaggio comune su questi temi, anche al fine di favorire la circolazione delle informazioni, non solo in ambito nazionale; ma anche un mezzo per veicolare la conoscenza, con riferimento alle pari opportunità, anche a favore di persone non addette ai lavori, favorendo la comprensione da parte di tutte e tutti.

Le principali fonti utilizzate sono:

  • Commissione Europea, “100 parole per la parità. Glossario dei termini sulla parità tra le donne e gli uomini” a cura della Direzione Generale “Occupazionale, Relazioni Industriali e Affari Sociali”;
  • Ministero Pari Opportunità “Glossario dei termini relativi alle politiche comunitarie dei fondi strutturali (FSE, FESR)”, a cura di ISFOL – Unità Pari Opportunità per conto del Dipartimento per le Pari Opportunità, 2002, reperibile sul sito web del Ministero;
  • ISFOL, “Glossario per la spiegazione rapida ai termini e alle sigle più frequentemente utilizzati nell’ambito dell’attività di valutazione, in particolare riferita al Fondo Sociale europeo”, reperibile sul sito web dell’ISFOL;
  • “Glossario del Fondo Sociale Europeo”, reperibile in lingua italiana sul sito web del Ministero dell’Istruzione.


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  • Analisi di genere dei bilanci pubblici (Gender Budget Analysis)

Analisi delle spese e delle entrate di un bilancio pubblico, con riferimento alle diversità di effetti che hanno per le donne e per gli uomini. L’analisi di genere dei bilanci pubblici non produce bilanci separati per sesso né persegue l’aumento delle spese per programmi destinati alle donne. La sua specificità è negli strumenti: la valutazione ex ante del bilancio e il monitoraggio ex post dei suoi esiti.

La scelta di analizzare i bilanci è giustificata dal fatto che il bilancio di uno stato riflette l’equilibrio dei poteri in una società; è quindi una dichiarazione politica, non semplicemente un documento economico. L’impatto delle scelte di bilancio è solitamente ritenuto neutro: l’obiettivo dichiarato è servire l’interesse pubblico ed i bisogni degli individui. Il bilancio sembrerebbe quindi lo strumento di politica economica neutrale per eccellenza. Per come viene presentato solitamente non c’è alcuna menzione di uomini o donne. Questa apparente neutralità di genere è meglio descritta come ”cecità”. Il modo in cui i bilanci pubblici sono presentati ignora completamente la diversità tra uomini e donne rispetto a ruoli sociali, capacità e responsabilità. Analizzare i bilanci in un’ottica di genere aiuta a demistificare la loro apparente neutralità

Fonte: Relazione sul gender budgeting – la costruzione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere della Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità approvata dal Parlamento Europeo il 16 giugno 2003

Ulteriori informazioni: Risoluzione del Parlamento europeo sul “gender budgeting” – La definizione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere (2003)

  • Azione positiva

Qualsiasi misura rivolta ad un gruppo particolare e finalizzata ad eliminare o prevenire la discriminazione o compensare gli svantaggi derivanti da atteggiamenti, comportamenti e strutture esistenti. Vedi anche ”Discriminazione positiva

Fonte: Commissione Europea

  • Bando

Comunicazione della pubblica amministrazione per diffondere lo svolgimento di una gara o di un concorso (bando di gara o bando di concorso). Normalmente tale comunicazione è pubblicata sui giornali quotidiani e sulla gazzetta ufficiale e contiene tutte le informazioni utili per la partecipazione

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Bilancio sensibile alla dimensione di genere

Bilanci pubblici ai quali è stata applicata un’analisi di genere. Essi non sono bilanci distinti tra uomini e donne, concentrano l’attenzione sulla necessità di esplicitare gli aspetti di genere nelle scelte sottintese al bilancio pubblico, promuovono il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle donne, promuovono il monitoraggio delle politiche pubbliche da una prospettiva di genere, promuovono un utilizzo delle risorse più efficiente per eliminare le diseguaglianze e la discriminazione di genere, sottolineano la necessità di una diversa gerarchia di priorità piuttosto che un incremento della spesa governativa complessiva, enfatizzano la necessità di riallocare la spesa piuttosto che variarne l’ammontare complessivo.

Fonte: Relazione sul gender budgeting – la costruzione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere della Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità approvata dal Parlamento Europeo il 16 giugno
2003.

  • Buone prassi

Sono progetti, iniziative o esperienze che hanno messo in atto nuove azioni o interventi finalizzati alla realizzazione di obiettivi coerenti con le politiche di pari opportunità. Sono spesso trasferibili in altri contesti o settori.

  • Cieco alla dimensione di genere (Gender blind)

Approccio che ignora o trascura la dimensione di genere.

  • Conciliazione tra vita professionale e vita familiare

L’espressione ”conciliazione” fa riferimento alle soluzioni istituzionali che prendono in considerazione le esigenze della famiglia e quelle lavorative. Includono: i congedi parentali, le soluzioni per la cura dei bambini e degli anziani, lo sviluppo di un contesto e di un’organizzazione del lavoro tali da agevolare la conciliazione delle responsabilità lavorative con quelle familiari per le donne e per gli uomini.

Fonte: Commissione Europea

  • Congedo di maternità

Congedo con cui una donna ha diritto per un periodo contituativo concesso prima e/o dopo il parto conformemente alla legislazione e alle prassi nazionali.

Fonte: Commissione Europea

  • Congedo di paternità

Congedo limitato nel tempo di cui può fruire il padre di un bambino al momento della nascita oppure periodi di congedo di cui si può avvalere un padre per la cura dei figli su base annuale o pluriennale.

Fonte: Commissione Europea

  • Congedo parentale

Il diritto individuale dei lavoratori e delle lavoratrici di fruire di un congedo dopo la nascita o l’adozione di un bambino al fine di consentirne la cura (Direttiva del Consiglio 96/34/CEE, del 19/06/96, GU L 145).

Fonte: Commissione Europea

  • Dati disaggregati in base al sesso

La raccolta di dati e informazioni statistiche in base al sesso al fine di consentire un’analisi comparativa di genere.

Fonte: Commissione Europea

  • Democrazia fondata sulla parità

Concetto per cui dato che la società è composta pariteticamente di uomini e donne, il loro pieno ed equo godimento della cittadinanza è legato alla loro equa rappresentanza ai livelli decisionali in ambito politico. La partecipazione bilanciata o equivalente delle donne e degli uomini con una loro rappresentazione che vada dal 40 al 60% costituisce un principio della democrazia in un contesto democratico pieno.

Fonte: Commissione Europea

  • Desegregazione del mercato del lavoro

La riduzione o eliminazione della segregazione (orizzontale e verticale) di uomini e donne nel mercato del lavoro.

Fonte: Commissione Europea

  • Differenze di genere

Le differenze sociali e culturali tra gli uomini e le donne, così come i differenti valori associati alle sfere e attività di uomini e donne. Le differenze di genere variano una società e da una cultura all’altra, e si modificano nel tempo.

  • Differenziale retributivo tra i sessi

La differenza tra la retribuzione media degli uomini e quella delle donne imputabili sia alla segregazione (per settore e per mansione) sia alla discriminazione diretta.

Fonte: Commissione Europea

  • Dignità sul lavoro

Il diritto al rispetto e in particolare alla protezione contro le molestie sessuali e altre forme di molestie sul posto di lavoro (risoluzione del Consiglio 90/C 157702 del 29/05/90, GU C 157).

Fonte: Commissione Europea

  • Direttive sulla parità di trattamento

Direttive comunitarie che allargano l’ambito di applicazione del principio di parità di rattamento tra uomini e donne (che inizialmente, nel Trattato di Roma, riguardava solo la retribuzione). Il principio è stato esteso ad ambiti quali l’accesso al lavoro, alla formazione, alla promozione professionale e alle condizioni di lavoro, ai regimi obbligatori di sicurezza sociale, coloro che esercitano un’attività economica, alle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento e a coloro che fruiscono di un congedo parentale.

Fonte: Commissione Europea

  • Discriminazione diretta

Trattamento sfavorevole nei confronti di una persona rispetto ad un’altra in ragione dell’appartenenza ad un sesso.

Fonte: Commissione Europea

  • Discriminazione indiretta

Impatto marcatamente penalizzante che una legge, un regolamento, una politica o una prassi apparentemente neutri, esercitano sulle persone di un determinato sesso, ad esclusione dei casi in cui la differenza di trattamento possa essere giustificata da fattori oggettivi (direttiva del Consiglio 76/207 del 09/02/76, GU L 39).

Fonte: Commissione Europea

  • Discriminazione positiva

Qualsiasi misura rivolta ad un gruppo particolare e finalizzata ad eliminare o prevenire la discriminazione o compensare gli svantaggi derivanti da atteggiamenti, comportamenti e strutture esistenti. Vedi anche ”Azione positiva”

Fonte: Commissione Europea

  • Disoccupazione occulta

Persone che vorrebbero lavorare ma che non sono incluse tra i disoccupati, in quanto i criteri definiti dai sistemi nazionali di rilevazione le escludono dalle statistiche sulla disoccupazione (la disoccupazione occulta può riguardare in particolare le donne).

Fonte: Commissione Europea

  • Disuguaglianze di genere / Disparità tra i generi

Le disparità riscontrabili in qualsiasi ambito tra le donne e gli uomini per quanto concerne i loro livelli di partecipazione, accesso, diritti, retribuzione o prestazioni di altro genere.

Fonte: Commissione Europea

  • Divisione del lavoro (per sesso)

Divisione del lavoro retribuito e non retribuito tra le donne e gli uomini nella vita privata e in quella pubblica.

Fonte: Commissione Europea

  • Empowerment

1. E’ un concetto che nasce in ambito psico-sociale e indica lo svilppo dell’autostima e di fiducia nelle proprie capacità. 2. Empowerment è ormai una parola d’ordine, non solo per Pechino, ma per il movimento internazionale delle donne in generale. Ne sono state tentate le più varie traduzioni: da responsabilizzazione (che francamente è tutta un’altra cosa), a rafforzamento, ad acquisizione di potere e/o di forza e/o di autorità. Capire il senso di questo termine è più semplice se si parte dal verbo to empower, cioè dare, o darsi e quindi acquisire, potere. Il sostantivo caratterizza quindi tutte le azioni da cui le donne, e soprattutto le organizzazioni, traggono un aumento della propria forza, del proprio potere, della forza contrattuale in un determinato contesto o nella società in generale. L’empowerment è quindi considerato un obiettivo in sé, una caratteristica che deve accompagnare tutte le rivendicazioni e iniziative, uno strumento per meglio perseguire altri obiettivi. Empowerment è un concetto che è stato elaborato per primo da donne femministe del sud del mondo. Esso significa “attribuire potere” (e responsabilità) alle donne. Potere e responsabilità sono qui intesi non solo nel senso della promozione delle donne nei centri decisionali della società, della politica e dell’economia. Potere e responsabilità propongono prima di tutto un sollecito alle donne ad accrescere la propria autostima, ad autovalorizzarsi, ad accrescere le proprie abilità e competenze. Il potere delle donne, la loro capacità e possibilità di decidere, di essere autonome, di avere voce in capitolo nella famiglia, nella società e nella politica sono un bene in sé e anche uno strumento per realizzare uno sviluppo più equo, una politica più democratica, una società più libera e solidale.” (

Fonte: 1. ISFOL; 2.Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna (2003, pp. 444-445)

  • Family friendly

Espressione che si riferisce a quelle politiche, servizi o strumenti che consentono di rendere compatibili le esigenze lavorative con quelle familiari.

  • Femminilizzazione della povertà

La crescente incidenza e prevalenza della povertà tra le donne rispetto agli uomini.

Fonte: Commissione Europea

  • Flessibilità dell’orario di lavoro

Sistemi di orario che offrono diverse soluzioni in relazione al numero di ore lavorate e all’organizzazione del lavoro (quali rotazioni, turni o schemi di lavoro per giorno / settimana/ mese/ anno).

Fonte: Commissione Europea

  • Fondi Strutturali

Rappresentano i principali strumenti finanziari utilizzati dall’Unione europea per favorire la politica di coesione economica e sociale degli Stati membri perseguita attraverso gli obiettivi prioritari. Essi sono: il Fondo sociale europeo (FSE) per il miglioramento delle possibilità occupazionali nella Comunità; il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per la riduzione delle disparità di sviluppo tra le Regioni della Comunità; il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEOGA) per le politiche agricole; lo Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP) per la ristrutturazione del settore della pesca.

Fonte: ISFOL

  • Fondo Sociale Europeo (FSE)

Il FSE è uno strumento che fornisce il proprio sostegno a misure volte a prevenire e combattere la disoccupazione, a sviluppare le risorse umane e l’integrazione sociale del mercato del lavoro al fine di promuovere un elevato livello di occupazione, la parità tra uomini e donne, uno sviluppo duraturo e la coesione economica e sociale. In particolare, il FSE contribuisce alle azioni intraprese nell’ambito della strategia europea per l’occupazione e degli orientamenti annuali sull’occupazione.

Fonte: Glossario del Fondo Sociale Europeo

  • Genere

1. Un concetto che esprime le differenze sociali tra le donne e gli uomini che sono state apprese. Esse cambiano col tempo e variano all’interno delle singole culture. 2. Il maschile e il femminile, intesi come risultante di un complesso di modelli culturali e sociali che caratterizzano ciascuno dei due sessi e ne condizionano il ruolo e il comportamento.

Fonte: 1. Commissione Europea; 2. Ministero Pari Opportunità

  • Glass Ceiling (Soffitto di cristallo)

La barriera invisibile derivante da una complessa interazione di strutture nell’ambito di organizzazioni a dominanza maschile che impediscono alle donne di accedere a posizioni di responsabilità.

Fonte: Commissione Europea

  • Indicatore

Misura sintetica, quantitativa o qualitativa, frutto del rapporto tra due variabili, in grado di fornire la rappresentazione di fenomeni e di riassumerne l’andamento.

Indicatore di contesto: misura l’evoluzione del contesto di riferimento della politica analizzata,

Indicatore di realizzazione: misura l’esito concreto dell’implementazione delle azioni;

Indicatore di risultato: misura l’effetto diretto degli interventi sui destinatari;

Indicatore di impatto: misura le conseguenze del programma al di là degli effetti immediati sui beneficiari.

  • Integrazione delle pari opportunità/ della prospettiva di genere

Vedi anche “Mainstreaming di genere”

Fonte: Commissione Europea

  • Job sharing (Condivisione del lavoro)

Si verifica quando un unico posto di lavoro, con retribuzione e condizioni di lavoro date, è condiviso da due o più persone che lavorano in base ad un sistema di rotazione o a un piano concordato.

  • Lavoro atipico

Modalità di lavoro diversa da quelle subordinata a tempo pieno e permanente. In questa categoria rientrano il lavoro part-time, il lavoro serale e nei fine settimana, il lavoro con contratto a termine, il lavoro temporaneo, il telelavoro, il lavoro interinale, le collaborazioni coordinate e continuative, job sharing e job rotation.

Fonte: Commissione Europea

  • Mainstreaming di genere

1. Il mainstreaming di genere è l’assunzione di una prospettiva di genere come parte integrante di ogni azione ed ogni scelta politica, economica e sociale; la prospettiva di genere non è più il fine, ma un principio di riferimento dell’azione dei governi. Mettere in atto politiche di mainstreaming implica l’integrazione sistematica delle situazioni, delle priorità e dei bisogni rispettivi delle donne e degli uomini in tutte le politiche. A tal fine è necessario riorganizzare, sviluppare, implementare e valutare i processi politici, tenendo conto in ciascuna fase delle differenze tra uomini e donne. La finalità è quella di mobilitare e sensibilizzare tutte le politiche e le misure d’ordine generale affinché si raggiunga la parità tenendo conto degli effetti all’atto della loro pianificazione ed attuazione.
2. “E’ una parola inglese di difficile traduzione, ma che indica una prospettiva fortemente innovativa per quanto attiene la politica istituzionale e di governo. Essa infatti tende ad inserire una prospettiva di genere, il punto di vista delle donne, in ogni scelta politica, in ogni programmazione, in ogni azione di governo. L’applicazione del mainstreaming può diventare l’occasione per un vero rinnovamento della pratica istituzionale e di governo. Essa richiede un contesto di oggettiva valorizzazione delle risorse umane lungo tutto il ciclo della vita, misurandosi con le differenze di ogni fase della vita e con le differenze tra i sessi. Richiede una costante azione di controllo rispetto alla effettiva applicazione delle leggi e delle scelte adottate, a partire da quelle più innovative. Sappiamo che questo – della applicazione delle leggi nel loro contenuto innovatore – costituisce un gap, una lacuna, una strozzatura nel sistema italiano. La pratica del mainstreaming richiede un grande cambiamento nella cultura di governo e mette al centro dell’agenda politica i temi della qualità dello sviluppo, della valorizzazione delle risorse umane, della equità, delle grandi riforme sociali. Richiede altresì grande attenzione per le riforme del procedimento amministrativo, per la strumentazione operativa, per rendere efficaci le leggi.” .

Fonte: 1.comunicazione della Commissione COM (96) 67 def. del 21/02/96);
2. in Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna (2003, pp. 447- 448)

  • National Action Plan (NAP)

Con il Consiglio europeo di Amsterdam (giugno 1997) e soprattutto con il Consiglio straordinario europeo sull’occupazione di Lussemburgo (novembre 1997) gli Stati membri dell’Unione europea hanno concordato di promuovere un’azione comune per lottare e prevenire la disoccupazione in Europa. Su questa base è stato deciso di mettere in campo una strategia coordinata attraverso l’elaborazione dei National Action Plan aventi una struttura comune fondata su quattro pilastri fondamentali (occupabilità, imprenditorialità, adattabilità e pari opportunità). Ogni anno ciascuno Stato membro elabora il Nap per l’annualità successiva e svolge un’attività di monitoraggio e valutazione dei risultati raggiunti attraverso la realizzazione del Nap nell’annualità precedente.

Fonte: ISFOL

  • Neutro rispetto al genere

Privo di impatto differenziale, sia positivo che negativo, sul rapporto di genere o sulla parità tra gli uomini e le donne.

Fonte: Commissione Europea

  • Occupabilità

Capacità di inserimento professionale di un individuo in un determinato ambiente socioeconomico.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Orientamento

Le attività di orientamento hanno l’obiettivo di favorire le scelte formative e professionali che i soggetti compiono durante la vita. E’ un processo continuo volto a fornire a giovani e adulti la capacità do correlare professionalità e aspettative alla realtà del mercato del lavoro e delle professioni.

Fonte: ISFOL

  • Osservatorio

Organizzazione o sistema che permette di raccogliere e diffondere regolarmente informazioni su un dato tema per un lungo periodo (es. osservatorio delle pari opportunità, osservatorio dell’ambiente, ecc…). Grazie al suo carattere permanente un osservatorio può produrre serie storiche di dati. Da questo punto di vista gli osservatori costituiscono per la valutazione delle fonti interessanti di dati secondari.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Ostacoli invisibili

Insieme di atteggiamenti (e assunzioni, pregiudizi, norme e valori su cui si basano) che impediscono la piena partecipazione delle donne (o degli uomini) in alcune aree della vita sociale ed economica.

Fonte: Commissione Europea

  • Pari opportunità tra uomini e donne

L’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale in base al sesso di appartenenza.

Fonte: Commissione Europea

  • Parità di trattamento tra donne e uomini

Consiste nell’assicurare l’assenza di discriminazioni, dirette o indirette, in base al sesso.

Fonte: Commissione Europea

  • Parità tra uomini e donne

Il principio di pari diritti e di pari trattamento tra le donne e gli uomini.

Fonte: Commissione Europea

  • Partecipazione equilibrata di uomini e donne

La spartizione del potere e delle posizioni decisionali (rappresentanza di entrambi i sessi al 40-60%) tra gli uomini e le donne in ogni ambito della vita e che costituisce un’importante condizione per la parità tra gli uomini e le donne (raccomandazione del Consiglio 96/694/CE del 02/12/96, GU L 319).

Fonte: Commissione Europea

  • Politica

Insieme di diverse attività (programmi, procedure, leggi, regolamenti) che sono orientate verso il medesimo scopo, per il raggiungimento dello stesso obiettivo generale.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Popolazione attiva

Tutte le persone di entrambi i sessi che forniscono manodopera per la produzione di beni e servizi durante un determinato periodo di tempo. E’ rappresentata dalla popolazione in età lavorativa.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Programma Operativo (PO)

Nelle politiche comunitarie indica un documento di programmazione che specifica le proposte di intervento e le modalità di attuazione indicate nei QCS. È definito come un insieme organico di azioni pluriennali e rappresenta la forma prevalente di intervento nell’ambito della programmazione del FSE. Nelle regioni e identificato con la sigla POR (Programma Operativo Regionale).

Fonte: ISFOL

  • Programmazione

Il processo di decisione, organizzazione e finanziamento effettuato per fasi successive e volto ad attuare, su base pluriennale, l’azione congiunta della Comunità e degli Stati membri al fine di conseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1 del Regolamento (CE) 1260/99

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Programmazione secondo la dimensione di genere

Approccio della programmazione che considera il genere quale variabile o criterio fondamentale al fine di integrare esplicitamente la dimensione di genere nelle strategie di intervento e nelle azioni promosse.

Fonte: Commissione Europea

  • Prospettiva di genere / Gender Perspective

1. La considerazione e l’attenzione per le differenze legate al genere in qualsiasi ambito/attività politici. 2. E’ una prospettiva differenziata a seconda del sesso. Ciò permette di analizzare gli effetti delle politiche sulla situazione rispettivamente degli uomini e delle donne a cominciare dall’individuazione dei loro diversi bisogni.

Fonte: 1.Commissione Europea; 2. ISFOL

  • Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)

Documento di programmazione realizzato in forma negoziale tra uno Stato Membro e la Commissione Europea che definisce le strategie e le priorità di azioni legate all’utilizzo dei Fondi Strutturali. Le strategie individuate trovano realizzazione attraverso i Programmi Operativi.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Quota

Una proporzione o quota definita di posti o risorse riservati ad un gruppo specifico, generalmente sulla base di determinate regole o criteri, volti a correggere un precedente squilibrio, di solito per quanto concerne le posizioni decisionali o l’accesso alla formazione o ai posti di lavoro.

Fonte: Commissione Europea

  • Regolamento

I regolamenti sono la fonte legislativa comunitaria più importante. Essi hanno un’applicazione generale, sono obbligatori in ogni loro parte e direttamente applicabili in tutti gli Stati membri.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Rilevanza in relazione al genere

Approccio rilevante o irrilevante per quanto concerne il rapporto di genere/parità tra le donne e gli uomini.

  • Salute riproduttiva

Uno stato di benessere fisico, mentale e sociale che va al di là della semplice assenza di malattia o infermità, per quanto concerne tutti gli aspetti legati al sistema riproduttivo, alle sue funzioni e ai suoi processi.

Fonte: Commissione Europea

  • Segregazione occupazionale

Il termine indica una maggiore concentrazione di donne o uomini in determinati tipi o livelli di attività e occupazione. A causa della segregazione occupazionale del mercato del lavoro, le donne si ritrovano spesso confinate in una gamma di occupazioni più ristretta rispetto agli uomini (segregazione orizzontale) e ai livelli di responsabilità più bassa (segregazione verticale).

Fonte: Commissione Europea

  • Segregazione orizzontale

Concentrazione di donne e uomini in diversi settori e occupazioni.

Fonte: Commissione Europea

  • Segregazione verticale

Concentrazione di donne e uomini in determinati gradi, livelli di responsabilità o posizioni.

Fonte: Commissione Europea

  • Sensibile alla dimensione di genere

Approccio che tiene conto della specificità di genere.

Fonte: Commissione Europea

  • Sesso

Le caratteristiche biologiche che distinguono gli esseri umani in maschi o femmine.

Fonte: Commissione Europea

  • Sex-Gender System / Sistema fondato sul Genere

1. Un sistema di strutture economiche, sociali e politiche che sostiene e perpetua attributi e ruoli di genere distintivi per gli uomini e le donne. 2. L’insieme dei processi, adattamenti, modalità di comportamento e di rapporti, con i quali ogni società trasforma la sessualità biologica in prodotti dell’attività umana e organizza la divisione dei compiti tra gli uomini e le donne, differenziandoli l’uno dall’altro creando appunto il genere

Fonte: 1. Commissione Europea ; 2. Gayle Rubin (1975)

  • Studi sulle donne/ studi di genere

Un approccio accademico, di solito interdisciplinare, all’analisi della situazione delle donne e dei rapporti di genere come anche delle specificità di genere delle diverse discipline.

Fonte: Commissione Europea

  • Tasso di attività

Rappresenta la forza lavoro (occupati e disoccupati) in rapporto alla popolazione di 15 anni e più (o in età lavorativa, 15-64 anni).

Fonte: Commissione Europea

  • Tasso di inattività

Le persone in età lavorativa che non sono classificate né come occupati né come disoccupati in rapporto alla popolazione di 15 anni e più (o in età lavorativa 15-64 anni).

Fonte: Commissione Europea

  • Tratta di esseri umani

Il commercio di esseri umani, essenzialmente donne e bambini, a fini di sfruttamento sessuale.

Fonte: Commissione Europea

  • Uguaglianza di genere

Equità di trattamento tra i generi che può esprimersi sia in una parità di trattamento sia in un trattamento diverso ma considerato equivalente in termini di diritti, vantaggi, obblighi e opportunità.

Fonte: Commissione Europea

  • Valutazione d’impatto di genere

Valutazione delle differenti ricadute delle proposte politiche sulle donne e sugli uomini.

Fonte: Commissione Europea

  • Valutazione ex ante

Valutazione che interviene prima dell’avvio dell’intervento.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Valutazione ex post

Valutazione che riassume e giudica l’intervento dopo il completamento.

Fonte: Ministero Pari Opportunità

  • Verifica dell’integrazione della dimensione di genere (Gender Audit)

L’analisi e la valutazione delle politiche, dei programmi e delle istituzioni in considerazione del modo in cui essi applicano criteri legati al genere.

Fonte: Commissione Europea

  • Violenza in ambito domestico/ familiare

Qualsiasi forma di violenza fisica, sessuale o psicologica che mette in pericolo la sicurezza o il benessere di un membro della famiglia e/o l’uso di violenza fisica o emozionale o la minaccia di violenza fisica. In questa definizione rientrano la violenza sui bambini, l’incesto, la violenza coniugale nei confronti delle donne, la violenza sessuale o altre forme di maltrattamento di qualsiasi membro del nucleo familiare.

Fonte: Commissione Europea

  • Violenza sessuale

Qualsiasi forma di violenza derivante dall’uso o dalla minaccia di coercizione fisica o emotiva, compresi lo stupro, i maltrattamenti al coniuge e exta coniugali, le molestie sessuali, l’incesto e la pedofilia.

Fonte: Commissione Europea

  • VISPO (Valutazione di Impatto Strategico di Pari Opportunità)

Il modello VISPO – Valutazione d’Impatto Strategico delle Pari opportunità – è stato elaborato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla base delle linee guida europee, per assistere la valutazione dei Programmi Operativi regionali e provinciali. Nello specifico tale modello indica: un criterio di metodo, con l’intento di non limitare gli interventi di pari opportunità alla realizzazione di misure specifiche; una strumentazione, cioè una metodologia di valutazione dell’impatto di genere e strumenti.